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Un brindisi in bicicletta

Ne è passata di acqua sotto i ponti dalla mia prima volta in bicicletta, in campagna, a casa dei miei… E quando poi ci avevo preso gusto mi mettevo all’apice della strada per percorrere ad occhi chiusi tutta la discesa, a gambe alzate e con il vento in faccia. Che senso di libertà, ma anche che spavento per i miei! In pochi secondi riuscivo a fare tutta la discesa, mi sentivo potente, era il mio record; niente a che vedere con quello di Francesco Moser: 51.151 km in un’ora nel 1984 a Città del Messico; da qui il nome di uno dei suoi vini Spumante 51,151 da uve Chardonnay e Pinot Nero.

Quando mi lanciavo per quella discesa mi sentivo proprio come questo vino; quella libertà che respiravo richiamava sensazioni di apertura al naso, folate di erba tagliata, la freschezza dei profumi di mela e pera, leggeri sentori aspri di agrumi, l’odore delle pietre bagnate. Amo ancora quella discesa, dritta ed estesa come il sorso di questo vino, lunga si concludeva nel grande spiazzale che formava una sorta di sorriso uguale alla forma di una mandorla, a richiamare il finale di questo vino piacevolmente ammandorlato.

Da piccoli sappiamo sempre quello che vogliamo, ed io desideravo come oggi andare dritto, raggiungere lo spiazzale, godermi il tragitto perché amavo percorrerlo in bicicletta ad occhi chiusi. Poi ho capito da grande che non tutte le strade sono discese, alcune sono in pianura altre in salita, la cosa importante però è la fiducia nella strada che percorri, quella che ti porta alla vittoria, quella del brindisi finale, o iniziale, ideale per l’aperitivo!